Adulti Azione Cattolica e Presidio Libera, in ascolto di fatiche e sogni nelle terre di don Peppe Diana, un territorio che vuole continuare a seminare speranza

Forte e intensa l’esperienza di ascolto proposta e vissuta a Casal di Principe dal settore Adulti dell’Azione Cattolica diocesana di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti e dal Presidio di Libera Valle Caudina e Valle Telesina “Delcogliano-Iermano”. Nella terra dove don Peppe Diana testimoniò il Vangelo e perse la vita, ucciso nella sagrestia della sua chiesa parrocchiale il 19 marzo 1994, un Comitato, punto aggregativo di tante cooperative e associazioni, porta il suo nome e ha la sua sede in un bene confiscato e riutilizzato socialmente. Un pomeriggio di testimonianze, una formazione concreta senza fronzoli per i giovani e gli adulti che hanno partecipato “Con…tatto”, com’era riportato nel titolo dell’iniziativa.

A Casa don Diana, il Comitato don Peppe Diana opera una serie di progettualità per la promozione sociale attraverso la formazione, la creazione di percorsi di economia sociale, la memoria delle vittime innocenti. E’ anche un polo didattico di attività educative innovative, denominato La FU.C.IN.A. (acronimo di Formazione Umana, Comunicazione, INnovazione, Ambiente), per rafforzare e integrare il lavoro delle diverse agenzie educative presenti sul territorio, seguendo il messaggio lasciato da don Peppe. Al suo interno Casa don Diana è anche un museo della resistenza alla criminalità organizzata e centro di una serie di attività tese a promuovere il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Un luogo di apprendimento non formale e informale per la comunicazione sociale innovativa su temi di utilità sociale, come l’interculturalità, la cittadinanza attiva, l’economia sociale e lo sviluppo sostenibile del territorio, sia per i giovani che per gli adulti.

Come bene liberato dalla camorra e restituito alla collettività è, inoltre anche un Centro Polivalente per attività culturali e ri-creativi, a disposizione di quanti abbiano bisogno di uno spazio per organizzare i propri eventi, assemblee, percorsi educativi. La seconda testimonianza della giornata è stata quella della Cioccolateria Sociale “Dulcis in Fundo” della cooperativa sociale Davar Onlus, nata grazie all’incontro di alcuni ragazzi dell’Azione Cattolica della Parrocchia San Nicola di Casal di Principe, la chiesa di Don Peppe Diana. L’obiettivo è da sempre quello di realizzare in maniera condivisa progetti di impresa a sfondo sociale. Il laboratorio di cioccolateria sociale “Dulcis in Fundo” è senza dubbio uno dei progetti più significativi, che vede impegnate al lavoro persone diversamente abili con la passione per la cioccolata. Tante le domande che i presenti hanno rivolto sia ai responsabili di Casa Don Diana, sia a quelli di “Dulcis in Fundo”. Due, tra i tanti beni liberati dalla camorra e riutilizzati socialmente nella nostra Campania, simboli di libertà e di testimonianza, di impegno e di servizio, di dramma e di riscatto di un territorio che vuole continuare a seminare speranza. “Un’esperienza di ascolto – sottolineano le responsabili diocesane Adulti Lina Massaro e Lucia Maglione – molto profonda. Toccare con mano la fatica e l’impegno di chi “si è organizzato” per ricostruire speranza da luoghi di terrore e morte è un pungolo a non arrendersi ed indietreggiare dinanzi alle ingiustizie”.

Un seme, quello di don Peppe Diana, che ha prodotto frutti durante tutti questi anni. Un fango, quello che gli era stato buttato addosso dopo l’attentato camorristico, che è diventato fertilizzante di sogni e di vita.