La comunità parrocchiale ha aderito alla best practice dei corridoi umanitari.
Venerdì mattina sono giunti a Fiumicino, con i corridoi umanitari realizzati dalla Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con la CEI, 13 profughi originari dello Yemen e dell’Eritrea, tra cui 8 minori, che, in diverse regioni italiane (Emilia Romagna, Lombardia e Campania), sono stati accolti e avviati all’integrazione.
Due di loro sono bimbi in fasce, i più giovani mai arrivati con i corridoi umanitari. Abbiamo accolto Kaled, Nabilah e i loro 6 figli di cui il più piccolo Imran di solo 2 mesi. È un’esperienza unica finora nella nostra diocesi e farà da progetto pilota di accoglienza e integrazione. Nelle settimane a venire avremo modo di conoscere i nostri ospiti i quali al momento sono in quarantena fiduciaria. Già tante persone hanno espresso disponibilità a fornire quanto occorre e senso di umana accoglienza: davvero la nostra comunità si è dimostrata per quello che è nel suo tessuto più profondo!!! Anche il nostro vescovo Giuseppe, felicissimo dell’iniziativa, sarà al più presto tra noi.
L’idea dell’accoglienza viene da lontano – afferma il parroco moderatore dell’unità pastorale di Cusano Mutri don Domenico Ruggiano. Ai tempi della facoltà teologica ho studiato con un amico di colore proveniente dalla Guinea Conakry. Insieme a lui ho trascorso un mese in Guinea nel 2004. Poi l’esperienza di caritas italiana e le buone pratiche delle varie caritas diocesane mi hanno fatto allargare l’orizzonte alla mondialità. Da qui il contatto con la comunità di Sant’Egidio che da sempre opera in questo settore, fino ad arrivare all’accoglienza dei nostri ospiti.
Certamente non sono stato e non sono solo in quest’avventura. Fin da subito la caritas diocesana mi ha dato appoggio e collaborazione per avviare questa sperimentazione di accoglienza.
Parliamo dei corridoi umanitari cioè di una immigrazione regolamentata dai trattati internazionali e dalla disponibilità dei paesi di accoglienza. È totalmente volta all’integrazione e al raggiungimento dell’autonomia da parte degli ospiti.
Non si tratta di assistenzialismo ma di accompagnamento verso l’autonomia.
Fin da subito ho capito che la comunità di Cusano Mutri poteva dare tanto e misurarsi con questa realtà, e non mi sbagliavo.