Giornata della Memoria, le Ac di Cerreto Sannita e Faicchio in due iniziative sui social per fare memoria e non dimenticare

Come è potuto accadere quello che abbiamo letto e visto in tutti questi anni? E come dobbiamo ricordarlo al meglio? Chiederci ciò è sempre importantissimo. Fare memoria del “Giorno della Memoria” ha senso se, appunto, la memoria non rimane un ricordo da citare retoricamente di tanto in tanto o in un formale cerimoniale consumato in fretta e furia il 27 gennaio di ogni anno, ma diventi concretamente un messaggio di testimonianza per tutti, un messaggio da trasmettere e da custodire 365 giorni all’anno: mai più discriminazioni, intolleranze, violenze. Tante, purtroppo, sono ancora nel mondo intero le radici di odio, di soprusi, di ingiustizie e di disumanità presenti.

Su questa direzione del “non dimenticare” e del sensibilizzare le coscienze, sono state organizzate due diverse iniziative sui social dalle Azioni Cattoliche parrocchiali di Cerreto Sannita e di Faicchio. I Giovanissimi e i Giovani dell’Ac Cerreto, da domani a sabato 30 gennaio, pubblicheranno su instagram delle stories con dei suggerimenti di film, libri e opere d’arte, scrivendo il perché di quella specifica scelta e l’emozione e il senso di memoria che i contenuti di queste forme artistiche hanno loro lasciato nella mente e nel cuore. Giovanissimi e Giovani dell’Ac Faicchio, invece, sono partiti da un tour virtuale in alcuni luoghi della memoria (il campo di concentramento di Auschwitz, il Memoriale dell’Olocausto a Berlino e il Museo Ebraico di Berlino, il più grande d’Europa), attraverso dei video e dei percorsi guidati messi a disposizione dai siti internet di questi luoghi. Da questo sono stati proprio i giovani a proporre di chiedere pubblicamente a tutti, dalle pagine social dell’Ac di Faicchio, quale parola si può associare alla Shoah? Tutte le parole che arriveranno, formeranno un unico grande mosaico. Perché solo maturando sempre di più un noi più grande che, nella convivialità delle differenze, cammina insieme, sarà possibile, ancora di più in questo delicato tempo di precarietà e incertezza, accogliere l’altro così com’è, prendersi cura delle persone e contribuire alla costruzione di una fraternità e di una comunione possibili nella grande famiglia umana.