Il mondo è davvero nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni. Mani che hanno bisogno di tornare all’essenziale delle relazioni, della condivisione, del racconto e della narrazione, dell’accoglienza, della solidarietà, dell’ospitalità. Mani che hanno fame di parole vere, di parole che si vedano, di parole che lascino intravedere concretamente delle possibilità, di parole che trasmettano la bellezza di poter vivere insieme. Mani che contagino gli sguardi di solidarietà, fiducia e fraternità. Mani tese verso i più fragili e dimenticati! Nelle mani il senso del prendersi cura di tutto questo, del non lasciare che neppure una lacrima vada persa, dell’avere il coraggio di raccogliere ogni dubbio ed ogni paura. Nelle mani la nostra piccolezza, quella che può farci raggiungere altezze impensabili e inaspettate.
“L’evangelista Luca ci dice che la buona novella è annunciata ai poveri. Luca presenta la prima povera del Vangelo, Elisabetta. Perché era avanti negli anni, perché era sterile, e per via della sua sterilità era messa da parte, era ai margini perché il non poter avere figli era considerata una maledizione di Dio. Accade il miracolo nella vita di Elisabetta. Davvero la buona novella è annunciata ai poveri. E questo è un passaggio molto importante che vale per noi, per tutte quelle volte che anche noi sperimentiamo quel senso di povertà, che tutti ci portiamo dentro. Abbandoniamo gli egoismi personali, apriamo il nostro cuore al bene degli altri prima che al nostro”.
(DON MIMMO BATTAGLIA, arcivescovo eletto di Napoli, dall’omelia della messa celebrata presso la Casa di Cura “Gepos” di Telese Terme)