Festa Adesione Azione Cattolica, un’Ac extralarge per annunciare il Vangelo e abitare il territorio

Nel vivo del percorso di rinnovamento delle responsabilità si sono celebrate e si stanno ancora celebrando le Feste dell’Adesione nelle Ac parrocchiali della Diocesi, dopo quella diocesana di qualche settimana fa a Puglianello, dove come gesto ogni persona presente ha apposto un mattoncino su un disegno raffigurante una casa, una casa extralarge di tutti e per tutti da abitare e continuare a costruire.

 

Le fatiche, il discernimento, il desiderio di muovere qualche passo in più e la passione nell’incontrare, nell’ascoltare e nello stringere legami con tante persone e nell’impegno a costruire da credenti un territorio migliore sono all’ordine del giorno. Soprattutto in questo tempo di rinnovi dei Consigli parrocchiali, risuonano alla mente ancora di più, ai fini del discernimento personale e comunitario, due domande: per chi lo facciamo? Per annunciare il Vangelo. Siamo grati per questa strada che il Signore ci dona, attraverso le persone che incontriamo lungo il nostro cammino.
Per chi siamo? Per la realtà del territorio che abitiamo, per i luoghi della nostra quotidianità, con tutte le opportunità che ci sono e le piaghe e i bubboni che esistono.
Siamo per loro, per bambini, ragazzi, giovani, adulti, adultissimi. E’ un esserci reciproco gli uni per gli altri, è un donarsi silenziosamente gli uni negli altri, è un servizio gli uni verso gli altri. Questo ho ricevuto dalla mia Ac: spiffero controcorrente che incoraggia a superare ogni ostacolo, spiffero controcorrente che promuove l’essere e il rimanere umani, spiffero controcorrente che alimenta sogni, spiffero controcorrente che toglie lentamente il velo, scoprendo volti straordinari, dono prezioso per la vita di ognuno di noi che si riempie così di bellezza. Ed è proprio quello che spinge maggiormente l’associazione ogni giorno. Non dobbiamo lasciarci trascinare dal vortice dell’abitudine – afferma il presidente diocesano Giovanni Pio Marenna – o peggio ancora dalla pesantezza del dovere. Quello che ci deve muovere è la bellezza della vita che offre l’associazione, la ricchezza della formazione che ci accresce e la felicità di chi ci accompagna e di chi accompagniamo. Certo a tutti noi capitano i momenti di stanchezza, tristezza e anche di scoraggiamento, ed è lì, è proprio lì che dobbiamo sentirci richiamati alla responsabilità di un’appartenenza, al dovere di ricordarci e di ricordare quanto sia bello essere associazione e quanto sia bello esserlo insieme attraverso la gioia dell’incontrarci, attraverso lo stupore dell’essere reciprocamente donati, regalati l’uno all’altro, attraverso una fioritura extra large del “noi”, cioè di un pullulare di vita nella relazione tra le persone sotto il segno dell’amare, cioè del donarsi e del servire”. E, al di là di quelle che sono le singole responsabilità associative, tutti sono chiamati con gioia a corresponsabilità, ognuno facendo la propria parte. “Da che parte vogliamo stare?”, ha ripreso una delle domande del presidente l’assistente unitario don Pino Di Santo. “L’AC – ha sottolineato don Pino – traccia dei sentieri per poter stare da una parte: essere scelti per fare un cammino. Il Concilio Vaticano II ha portato un vento meravigliosamente bello di novità. È riuscito a reinterpretare il cammino della Chiesa, dell’umanità che vive nell’angoscia, che ha desideri. Ha cercato di raccogliere la distanza dell’umano per farlo proprio. E allora sono nati i movimenti, le associazioni e anche l’AC è stata travolta da questa ventata di novità. Si è sentita interpellata e ha fatto una scelta che spiazza ancora tutti: la scelta religiosa. L’AC è andata avanti fedele a questa scelta per dare dignità a questa associazione. Ha cercato di rendere le parrocchie e le diocesi una casa accogliente. Chiunque si è accostato nelle diocesi o nelle parrocchie ha trovato una famiglia”. 

Le Ac parrocchiali e l’Ac diocesana insieme riaccendono i motori, allora, in attesa che vengano completati tutti i rinnovi e in attesa di domenica 19 gennaio 2020, data in cui si svolgerà l’Assemblea Elettiva diocesana. Abitare per chi, dunque? Abitare per tutti!!! Dipende sempre da noi, dando testimonianza con gesti, azioni e scelte concrete non calate dall’alto o perché si devono fare o per il gusto di farle, ma piantando sul terreno le radici forti di un’umanità che ha bisogno di segni che, almeno in parte, restituiscano il senso e il valore di quanto gratuitamente offriamo. Non sempre, a volte, sembra di trovare riscontri immediati, ma tanto seme gettato con amore non potrà che portare sempre buoni e abbondanti frutti. “Il Signore – c‘ha ricordato il presidente nazionale Matteo Truffelli – ci fa visita nei volti e nelle storie dei ragazzi, dei giovani e degli adulti che abbiamo incontrato. Il Signore ci benedice, ne sono certo, attraverso le vite delle persone che nel nostro servizio abbiamo custodito”. Sogniamo tutti insieme un’Ac dalle porte di casa sempre aperte. Un’Ac che non abbia paura del diverso, dell’estraneo e di chi fa più fatica, che non scelga la comodità, ma lo stile della missionarietà.