Il samaritano scende da cavallo. E’ necessario scendere dai palazzi, dalle cattedre, dalle poltrone, dalle proprie convinzioni; lasciarsi portare dalla pietà per mettersi dalla parte dei poveri, per imparare da loro che Dio ama, sempre e senza condizioni
(DALLA LETTERA PASTORALE DEL VESCOVO MIMMO “Coraggio. Alzati, ti chiama!)
Siamo responsabili di ogni persona che incontriamo. Non di chi lo merita più degli altri. Perché l’amore non si merita, ma si accoglie. Nessuno di noi, infatti, meriterebbe l’amore di Dio. Ma Dio si ferma per guardarci e curvarsi su ognuno di noi. Grandi e piccoli, adulti e giovani. I tanti giovani presenti alla Giornata Diocesana dei Giovani a Sant’Agata de’ Goti hanno riflettuto proprio sull’amare: amati per amare o anche àmati per amare. Altissimo esempio di amore più forte anche del senso di “sconfitta” che, a volte, può invaderci è stato quello di don Pino Puglisi. Una sua strettissima collaboratrice, suor Carolina, ha raccontato ai giovani di don Pino e del messaggio che, ancora oggi, cammina sulle gambe di tanti uomini e donne. Un prete scomodo, don Pino, che per amore ha provato a scuotere le coscienze, portando il Vangelo alla luce del sole fino alle estreme conseguenze.
E’ stato un prete che ha amato profondamente Dio, il Vangelo, trasformando il Suo amore in amore verso il prossimo. E’ stato un prete che ha proposto un’alternativa concreta alla mafia nel quartiere di Brancaccio (Palermo), promuovendo non solo lo sviluppo spirituale e cristiano ma prima di tutto quello morale e umano. Prima di tutto la costruzione dell’uomo. Perchè l’umanità viene oscurata proprio quando viene oscurato Dio. Si oscura Dio quando cresce la disumanità. L’ingresso festoso di Gesù a Gerusalemme prepara, e ci ricorda, quella crudeltà e spietatezza, quel disprezzo e discriminazione.
Don Pino conosceva il cuore dei giovani. E, camminando insieme, stiamo imparando a conoscerlo tutti il cuore dei nostri giovani, creta benedetta di questa Chiesa. Abbiamo ricevuto una grande testimonianza di impegno, di amore per questa Chiesa che vogliono abitare in tutto e per tutto come hanno scritto nella lettera indirizzata ai loro parroci e nei pensieri scritti per i loro coetanei in cui li hanno invitati a percorrere la strada insieme. Una strada che riparte dalla nuova sede della Pastorale Giovanile Diocesana intitolata a “Carlo Acutis”.
Siamo tutti chiamati, allora, a percorrere la strada scendendo da cavallo per cercare e chinarci su chi incontriamo, per amarlo e sentirci amati.