Padre Giulio Albanese, direttore di Popoli e Missione, ci porta in 4 situazioni nel mondo per approfondire il tema “Giovani per il vangelo”

Giornata Missionaria Mondiale 2018

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RD Congo, Etiopia, Tanzania, Argentina. In questi luoghi incontriamo sr Judith Mafoue p. Gervais Mbafumoja, p. Joseph, don Leonardo D’Alessandro, don Gisueppe Ghirelli, Don Davide Zangarini, don Enrico Faggioli, Joel Badibanga Kaba, Roger Mulango, Ledina Hyseni, Annachiara Bucci, Sr marcela Cravera, don Guillermo Pablo Torre, Dom Gustavo Carrara che ci conducono nel tema con un messaggio molto chiaro: il vangelo rende giovane chi lo pratica e lo segue. Il video parla della casa Mapendo House di Butembo, gestita da sr Judith, della casa famiglia a Adaba di don Ghirelli, della missione di Soddu Abala della diocesi di Bari, dell’impegno di Bologna in Tanzania, delle ragazze (Ledina e Annachiara) in servizio civile a Dodoma, delle periferie di Buenos Aires, dell’impegno di p. Gervais nel Kivu a favore dell’educazione. Perché abbiamo scelto il tema dei giovani?, si chiede p. Giulio. Perché c’è un Sinodo a loro dedicato, e perché papa Francesco ripete più volte: “la fede resta sempre giovane quando ci si apre alla missione”.

La fede si rinvigorisce se la viviamo da protagonisti: la missione non è questione anagrafica, continua padre Giulio, “ma è un cuore aperto al mondo capace di amare e di essere amato, testimoniando i valori del Regno”. E’ importante quindi che vi siano uomini e donne capaci di annunciare la buona notizia nelle periferie geografiche e esistenziali. “Se da una parte vi è certezza che il Signore chiama, dall’altro si registra un calo di vocazioni missionarie ad gentes: nel 1990 i missionari italiani erano 24.000, oggi sono 8.000. Non è certo una questione di numeri, mai come oggi la messe è molta e gli operai sono pochi. Quindi servono comunità generose perché è chiaro che la fede si rafforza donandola”. Il cristiano oggi deve essere segno di contraddizione, continua p. Albanese. “A chi in questa società continua a dire che i popoli bisogna aiutarli a casa loro vorremmo ricordare che il mondo missionario lo fa da secoli portando assieme all’evangelizzazione la promozione umana e uno sviluppo integrale”. Il problema è, continua padre Giulio, che dobbiamo smetterla di pensarci solo come benefattori dei poveri! E’ sempre più chiaro che il bene comune non può essere la somma di beni personali e nemmeno il bene del più forte. Tutto rientra nella cornice della casa comune come indicato nella Laudato si’. Chi è quindi li missionario?, conclude p. Albanese. “ E’ colui che ha un cuore dilatato sul mondo, capace di abbracciare le istanze dei poveri nei bassifondi della storia, per essere sale della terra, luce del mondo e fermento di una nuova umanità”.