Disponibilità ad accogliere i richiedenti asilo della nave “Diciotti”, disinformazione crea allarmismi inutili

Dispiaciuti nel leggere notizie prive di fondamento sull’articolo “Migranti della Diciotti, cresce il dibattito”, pubblicato questa mattina da “Il Sannio Quotidiano”.

“La Caritas, e dunque la Chiesa diocesana, attraverso la disponibilità inviata al Nucleo Regionale ha aderito con senso profondo di responsabilità all’appello di accoglienza lanciato dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e si è dimostrata sensibile ad accogliere due migranti”.

Questo è quanto scrivevamo come “iCare” – cooperativa sociale di comunità e Caritas diocesana all’interno del precedente comunicato stampa, in merito all’appello lanciato dal cardinale Bassetti, dopo il caso della Nave Diciotti. Ci siamo sentiti in dovere di dare, attraverso il Nucleo Regionale Caritas, disponibilità per accogliere 2 (DUE e non 177) nostri fratelli in difficoltà, perché è di questo che si parla: di fratelli, di storie, volti, vite, persone.

Siamo rimasti dispiaciuti nel leggere l’articolo pubblicato questa mattina da “Il Sannio Quotidiano”. Articolo nel quale ravvisiamo notizie prive di fondamento, compresa l’individuazione di strutture nelle quali accogliere queste persone. Bastava leggere con maggior attenzione ed onestà intellettuale il nostro precedente comunicato per evitare che certa disinformazione, “fatta di mezze verità”, suscitasse possibili polemiche ed allarmismi.

La nostra azione – come cooperativa iCare e come Caritas diocesana – è dettata dalla volontà concreta di offrire una risposta solidale ed umana perché crediamo che l’umanità ha bisogno di umanità, così come, allo stesso tempo, stiamo provando a dare risposte a quelli che sono i bisogni di questo territorio. Se da una parte vogliamo andare incontro, pur con tutti i nostri limiti, alle fragilità di chi abita questa terra, facendocene carico e prendendocene cura, dall’altra non possiamo non essere attenti alle fatiche e al dolore di questi nostri fratelli, che rappresentano le povertà estreme.