Azione Cattolica, la bellezza dei passi mossi durante l’anno associativo appena concluso

Il presidente Marenna: “Bisogna essere presenza continua e concreta: riscoprire sempre il volto dell’umanità per uscire dal labirinto di disumanità”

Anche se l’anno associativo dell’Azione Cattolica diocesana di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti è terminato ufficialmente con l’Assemblea di fine anno dello scorso giugno, in realtà fino a fine agosto erano in programma altre due iniziative messe in cantiere dai tre settori nella programmazione 2017/2018, che hanno avuto luogo la settimana scorsa: il camposcuola Giovani (fascia d’età 19-30 anni), svoltosi a Massa di Faicchio, e il camposcuola Acr (fascia d’età 12/14 anni), svoltosi presso il parco del Taburno-Camposauro. Due campi che hanno avuto una discreta partecipazione da parte dei giovani e dei ragazzi. Un anno principalmente all’insegna della sfida educativa del custodire e del trasmettere bellezza nella formazione dei responsabili dei settori e nel cammino dei singoli settori, nella cura della vita del laico e del suo impegno in parrocchia e tra la gente, nell’avere attenzione al creato e al bene comune, nel considerare prioritario il dialogo intergenerazionale tra giovani e adulti, nell’essere capaci con gli unici occhi possibili (quelli dell’amore) di vedere l’altro e di andargli incontro, partendo dagli ultimi. Una sfida educativa che sta molto a cuore all’Azione Cattolica diocesana quella del far viaggiare di pari passo la dimensione spirituale con l’impegno sociale e civile, traduzione concreta di quel Vangelo in cui si crede. Consiste in questo la conversione dello sguardo, dov’è la missione il compito principale dell’Azione Cattolica, che deve incarnarsi sempre più nella Diocesi e nelle parrocchie. Una missione, un apostolato che ha bisogno di preghiera, formazione ed impegno. Siamo chiamati tutti, infatti, a cercare la verità e il bene costruendo insieme una società più giusta e inclusiva, un mondo più ospitale, relazioni autentiche, una Chiesa in uscita e in ascolto, capace di richiamare le istituzioni alla cura del bene comune. “L’impronta pastorale impressa e trasmessa dal vescovo Mimmo fin dall’inizio del suo ministero tra noi – sottolinea il presidente diocesano di Ac Giovanni Pio Marenna – è totalmente condivisibile perché parte dalla cura verso chi fa più fatica e verso chi vive momenti di difficoltà e di scoraggiamento. Una cura che diventa un’occasione per chi ha perso la speranza, da costruire insieme per una ripartenza attiva delle persone e del territorio che abitano”. Partendo dal fatto che tutte le progettualità messe in piedi dalla Diocesi in quest’ultimo anno, dalla cooperativa sociale iCare al nuovo assetto della Caritas, dalla Casa per la Pace e alla nuova composizione degli Uffici di Curia, sono una preziosa opportunità concreta di cammino e di crescita che, se si vuole cogliere, bisogna abbracciare e favorire, impegnandosi in prima linea, l’Ac diocesana ha rivolto, in particolare, il proprio sguardo su due fronti: sul lavoro e sulla legalità. Sul primo fronte, con l’Equipe del Progetto Policoro (composta, oltre che dall’Ac diocesana e dal Msac, da iCare, dalla Caritas diocesana, dagli Uffici della Pastorale Sociale del Lavoro, della Pastorale Giovanile e delle Comunicazioni Sociali), è stata realizzata una newsletter mensile formativa ed informativa sul mondo del lavoro e sono stati attivati progetti e percorsi per l’orientamento al lavoro e di Alternanza Scuola/Lavoro negli istituti superiori di Solopaca, Sant’Agata de’ Goti e Cerreto Sannita. “L’obiettivo sia della newsletter che di questi percorsi di orientamento per le Superiori – afferma il presidente Marenna – è di carattere pedagogico, diffondendo cultura del lavoro, attraverso formazione ed informazione, educando e responsabilizzando al lavoro le nuove generazioni, attraverso i principi di eticità e di solidarietà, e trasmettendo a più persone possibili tutte le opportunità lavorative del momento”. Sul fronte legalità, invece, con il Coordinamento Provinciale di Libera è stato presentato il “pacco alla camorra” all’Istituto Superiore Telesi@, sono stato realizzati incontri sulla legalità nelle scuole Istituto Alberghiero di Castelvenere, Istituto Tecnico per il Turismo di Faicchio e Istituto Comprensivo “J. F. Kennedy” di Cusano Mutri, è stata infine organizzata una tappa del “Festival dell’Impegno Civile” a Benevento davanti al bene confiscato in contrada Olivola come impegno rispetto ai beni confiscati nel territorio diocesano. L’Ac, inoltre, è tra i principali fautori del nascente presidio interterritoriale di Libera per la Valle Caudina e per la Valle Telesina.

Oltre al percorso associativo ordinario, che nelle varie attività dei settori Adulti, Giovani e Acr e del Movimento Studenti, nonché nell’impegno delle Ac parrocchiali, ha provato a coniugare la formazione con la missionarietà, che non ha una conclusione vera e propria perché è un cammino continuo che non s’interrompe mai veramente, il presidente Marenna riassume anche un po’ i passi mossi e quelli da muovere, senza trascurare, naturalmente, i momenti di spiritualità, esperienze personali di ascolto della Parola che consente di fare chiarezza e discernimento interiore (ultimo momento spirituale in ordine di tempo gli Esercizi Spirituali a Castelpetroso del settore Adulti). Una spiritualità che, come ci ricorda papa Francesco, deve diventare anch’essa missionaria dentro di noi, senza soffocare la gioia della missione o forzare il compito dell’evangelizzazione. L’Ac diocesana è convinta da tempo che è arrivato il tempo di rinunciare a trincerarsi dietro il muro dell’abitudine, della rassegnazione, dell’indifferenza e del “si è sempre fatto così”. “Ecco perché, oltre a quelle già citate insieme ad iCare e a Libera, sono state tante le collaborazioni strette soprattutto nella direzione del costruire rete, camminando insieme: dalla Giornata dei Poveri con la Caritas alla Marcia diocesana della Pace con Caritas e Casa per la Pace, dalla presentazione del libro Ave “Dio del cielo, vienimi a cercare – Faber, uomo di ricerca” di don Salvatore Miscio con iCare alla Giornata della Vita con il Tavolo della Comunità in Piedi, dalla Gmg diocesana agli esercizi spirituali con la Pastorale Giovanile fino all’incontro con il fondatore di Libera don Luigi Ciotti. È proprio costruendo alleanze che possiamo provare ad innescare, con più forza ed efficacia, processi virtuosi a servizio della comunità. Come la cooperativa iCare, la Caritas e gli altri Uffici già sanno – prosegue il presidente – siamo, come sempre, disponibili e aperti a qualsiasi tipo di contributo possiamo provare a dare, naturalmente nei tanti limiti delle nostre forze e nella nostra inadeguatezza: dalla pianificazione alla semplice collaborazione. Così come abbiamo confermato la nostra disponibilità sia per continuare a progettare insieme i percorsi per l’orientamento al lavoro e di Alternanza Scuola/Lavoro con il Progetto Policoro, sia per tutto ciò che è inerente al servizio del progetto di accoglienza di comunità DIT, che mette al centro la dignità della persona”. Sono state realizzate, nell’arco di quest’anno, anche iniziative sulla scuola (il Novemberfest e i Campi interregionali per studenti del Msac), sulla pace (con la Festa targata Acr) e su realtà sociali ferite (dagli incontri con gli anziani delle case alberghi all’acquisto di bottiglie di vino prodotte dalle cantine colpite dalla violenta grandinata del 3 maggio scorso). Passando anche per i due gemellaggi dei Giovani e dell’Acr (con l’Ac di Capua e con l’Ac di Amalfi-Cava), per una festa di carnevale dei Giovani e per una gita-pellegrinaggio degli Adulti a Monte Sant’Angelo, Andria, Bari e Matera. “Partiamo o ripartiamo sempre – conclude Marenna – dalla speranza di credere in un’umanità che vuole andare oltre le difficoltà, oltre le indifferenze, oltre gli scoraggiamenti. Con la sensibilità di vedere chi incontriamo con lo sguardo del cuore. Perchè uno sguardo senza cuore non produce che buio, uno sguardo senza cuore non si ferma davanti a chi sta perdendo tutto ancora una volta, uno sguardo senza cuore trasforma gli invisibili in colpevoli. Saremmo più umani e più credenti, invece, se iniziassimo anzitutto ad interrogarci sulle cause delle cose, sul condividere quello di negativo che non va per provare a trasformarlo in qualcosa di positivo alla luce del Vangelo. Ecco, se tutti ci fermassimo per un solo istante ad interrogarci sulle cause delle questioni e ad essere presenza continua e concreta che alza la voce per denunciare, che si schiera con la schiena dritta e che accompagna là dove si piange e si soffre, comprenderemmo meglio che tutte le lacrime vanno asciugate, che ogni dolore grida diritti, che ciascun bisogno non può essere abbandonato e che ogni sogno va incoraggiato”. Il tutto alla luce dell’Evagelii Gaudium di papa Francesco e della Lettera Pastorale del vescovo Mimmo, dove deve sempre essere l’apostolato missionario il tratto distintivo a cui l’Ac è chiamata. Un cammino, dunque, che, passo dopo passo, vuole continuare a costruire comunità ed umanità, per riconoscere nella testimonianza dei gesti, a partire dai più semplici, i segni concreti di Dio presenti nella nostra vita. Dai quali sempre ripartire, provando a cogliere bellezza, e quindi speranza.