In una delle sue canzoni, Jovanotti, canta: “Io voglio andare a casa. La casa dov’è? La casa è dove posso stare in pace.” Potremmo dire che casa è dove ci sentiamo liberi, a nostro agio, al sicuro…e non deve necessariamente essere un palazzo con quattro mura perché casa può essere un luogo ma anche una persona.
“Io voglio andare a casa. La casa dov’è?”.
Casa sono stati gli occhi ed il sorriso di Alfonso che ha condiviso con noi la permanenza a Sant’Agata; siamo stati insieme per il pranzo e la cena, abbiamo parlato del Napoli, la sua squadra del cuore, abbiamo guardato i cartoni animati (Scooby-Doo è tra i suoi preferiti), senza rinunciare a nessuna delle sue abitudini. Infatti, dopo il pranzo, c’è sempre stato per lui il tempo del riposino pomeridiano.
Casa sono stati i volti delle persone incontrate, per strada, nei due episcopi e nelle parrocchie, che don Mimmo visita quotidianamente. Gli abbracci…le carezze…la gioia dell’incontrarsi semplicemente per chiedersi “Come stai?” e per augurarsi una bella giornata, una bella vita…l’entusiasmo nel guardarsi negli occhi per la prima volta…la sorpresa nel potersi rivedere dopo l’attesa, più o meno breve…la gratitudine per il tempo dedicato all’altro, ad ogni altro, per il valore che ogni persona ha e sente di avere.
Casa è il “Ti voglio bene! Ho bisogno di te! Mi fido di te! Conto su di te!” sussurrato al cuore di tutti i giovani che in questo tempo stanno ricevendo il Sacramento della Confermazione, sentendo la trepidazione per il loro essere chiamati a qualcosa di grande e, al tempo stesso, la tenerezza di un compagno di strada che non li lascerà mai soli lungo la via.
Casa è il coraggio di mettersi in gioco di Daniela e Melania. Sono i dubbi che abitano la vita di Flavia ed Aldo in questo momento così delicato in cui stanno sfidando Dio, chiedendogli da che parte sta. Casa è il valore profondo che la piccola Miriam dà all’amicizia. Casa sono i sogni, le attese, le speranze, i progetti per il futuro di Maria Concetta, Francesca, Alessandro, Giovanni, Cristel, Simona, Lorenzo e tutti gli studenti dell’Istituto Carafa di Cerreto. E’ il bisogno di poter essere sé stessi e di sentirsi riconosciuti per quello che si è dei giovani dell’Oratorio di Mercogliano. E’ la lotta contro il dolore che continua a vivere Alessio. Casa è il senso di riscatto che vivono i giovani della Comunità per tossicodipendenti “Leo amici” di Valle di Maddaloni.
Casa è la preoccupazione delle mamme che hanno bambini affetti da autismo e chiedono un futuro certo e dignitoso per i loro figli, così come abbiamo potuto ascoltare durante il Convegno tenutosi a San Salvatore.
Casa è la corresponsabilità tra scuola, famiglia e istituzioni, religiose, civili e militari, nel sensibilizzare i più piccoli sul tema della legalità perché il mondo che abitiamo è il frutto delle scelte che facciamo.
Casa sono l’umiltà, la pazienza e la presenza discreta e costante di Mons. Antonio Franco che ha festeggiato il suo anniversario di ordinazione episcopale. E’ lo stupore di don Antonio Di Meo difronte all’affetto mostrato dai suoi parrocchiani in occasione dell’anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
Casa è la Chiesa che vive la bellezza della comunione, umana e spirituale.
Casa è un libro nel quale si parla dell’amore per la propria terra.
Casa è mettersi in macchina per andare da un lato all’altro della diocesi e meravigliarsi per lo spettacolo della natura che vive davanti ai nostri occhi. E’ sorprendersi nel celebrare all’aperto in un luogo suggestivo come l’Oasi della Pace di Airola.
Casa è papa Francesco che ha incontrato i seminaristi del Seminario Campano ed i loro vescovi e, dopo aver parlato al loro cuore, li ha abbracciati uno per uno.
Casa è il cuore di Dio che accoglie ognuno di noi. E’ il nostro cuore ogni volta che accoglie Dio, ogni volta che accoglie un nostro fratello, una nostra sorella.
“Io voglio andare a casa…questa è la mia casa!”.
a cura della Segreteria





