Caro amico/a, entra nella nostra casa Emmanuel! (articolo pubblicato sul n. 5 del mensile della Diocesi “Voci e Volti”)

Faicchio convento san pasquale 1

Caro amico/a,

voglio raccontarti di me, di noi, di un posto così magico seppur così amaro. Voglio aprire la porta e ospitarti per un attimo, attraverso queste parole, nella nostra casa, la casa Emmanuel. È posta in alto, l’avrai vista tante volte passando per Faicchio! In quell’antico convento sotto la montagna, che prepotentemente domina! Che strana coincidenza che un luogo così imponente custodisca persone che affrontano le proprie ferite e il proprio fallimento!

C’è una scritta sul muro d’entrata: qui si mette vita con vita! Molti ci chiedono cosa significa. È il motto, il fondamento, la missione della Comunità Emmanuel: mettere la propria vita accanto a chi sta male, a chi soffre, a chi vive la disperazione e la povertà. Mettersi accanto non da eroi, ma da uomini e donne pronti ad accogliere e condividere.

La Comunità Emmanuel accoglie giovani vittime di droga e violenza. Lo fa ogni giorno. Lo fa per vocazione. Lo fa perché crede che nessuno sia incurabile.

Ci sono volti e storie, voci e suoni, emozioni e sentimenti da accogliere e condividere nella comunità terapeutica. Ci sono momenti in cui quei volti esprimono la presenza di un Cristo schiacciato, calunniato, sofferente, e altri in cui in quegli stessi volti si riconosce il desiderio di vendetta e di prevaricazione.

La Comunità è una scuola di vita: si viene spogliati delle difese! Si viene posti di fronte a se stessi inesorabilmente, si prova a diventare se stessi!

Spesso mi chiedono: ma perché? Ma chi te lo fa fare? Ne vale veramente la pena?

Io dico di si. Un giorno ho letto che Gesù era in una casa a Betania mentre si avvicinava la sua morte, e una donna ruppe un vasetto di profumo molto costoso e glielo versò sul capo. Giuda grida allo spreco. Che senso ha spendere tanto per un uomo gettato verso la morte, quanto vale un uomo così? Vale quel solo atto di amore puro! (cit. Pino Stancari). Si mi dirai, ma i tossici hanno scelto di esserlo, sono loro che si sono arresi. Non è così! Ma per spiegarlo c’è bisogno che si varchi la soglia della prossimità, che ci si faccia prossimi. La purezza di quel gesto sta nell’uscire dalla logica del merito, dalla logica della giustizia fine a se stessa.

Ci sono giorni di forte tensione nella Comunità Emmanuel. Spesso anch’io mi chiedo: vale la pena ripetere le cose e le regole mille e mille volte? Perdere la pazienza e il tempo per costruire relazioni e crederci? Vale la pena quando non si vuole cambiare? Si, vale la pena! La grazia che riceviamo è imparare ad amare sul serio! Imparare a stare al chiodo, senza sotterfugi, senza maschere!

Noi siamo felici di aprire le porte a chi vuole imparare ad amare! E siamo già circondati da chi è spesso con noi: le famiglie solidali, i tanti volontari, le persone che ci regalano la frutta e le cose buone, i gruppi Scout o parrocchiali che pregano con noi, don Filippo che ci ricorda l’amore semplice ma intenso di Dio! A te, amico, dico: vieni e vedi! Impariamo ad amare insieme!

suor Raffaela Letizia