Ciao Maria, lacrime di rabbia e di speranza per non smettere di sognare in un’umanità migliore

piccolaMaria

Sono le lacrime il tema portante di questi ultimi giorni, quelle attese ed inaspettate di gioia per la nomina del nuovo vescovo don Mimmo Battaglia, quelle di uno straziante dolore per la piccola Maria di 10 anni brutalmente stuprata e barbaramente uccisa, della quale qualche giorno fa è stato celebrato il funerale.

Citando il fumetto Morgan Lost, “esplodono davvero nel vuoto gli urli che non sentiamo, gridati nella notte, stravolti nei silenzi”. Urli di tristezza e di sofferenza, urli di vicinanza, urli per questa lacerante ferita, urli muti che producono incredulità e rabbia, urli che gridano giustizia di fronte a quest’atroce disumanità. Tra sospetti, dubbi e sfiducia verso l’essere umano (per l’uomo non c’è bestia più pericolosa dell’uomo, scriveva Erasmo da Rotterdam), un errore, che soprattutto in queste circostanze può essere facilmente commesso, dovremmo provare ad evitare: cancellare la speranza, buttando nel cestino anche tutto ciò che di buono, di bello, di giusto, di alto e di nobile valore l’umanità è in grado di fare, di offrire, di donare. Un errore molto difficile da scansare ed anzi molto facile in cui incappare e lasciarsi lentamente scivolare perché, in un certo qual modo, è forse l’effetto più immediato che può accadere nel passo successivo della riflessione.
Sarebbe un errore smettere di auspicare e di costruire un’umanità migliore nonostante questi orrori che ci tolgono il sonno e che ci sconvolgono profondamente. Non lasciamoci rubare la speranza, urla papa Francesco, cioè non lasciamoci condizionare da questa crudele brutalità, non lasciamoci scoraggiare dai mali del mondo, dalle difficoltà e dagli ostacoli che incontriamo a tal punto da smettere di volere e di desiderare un’umanità migliore. Sarebbe proprio questo nostro mollare a lasciare la società in balia totale, senza guardiani del faro a presiedere, delle onde della disumanità, della disuguaglianza, delle ingiustizie, dell’odio, degli opportunismi. Diventeremmo, in un certo senso, complici perché indifferenti (lo scoraggiamento può condurre all’indifferenza). La disperazione e l’indifferenza all’amore per il prossimo, alla gioia, alla giustizia sociale, alle uguaglianze, alla pace ci potrebbero portare perfino a convincerci che vivere rettamente e onestamente sia inutile. Ci potrebbero portare, in un certo senso, a rassegnarci definitivamente perfino di fronte a chi ha compiuto le azioni mostruose di violentare e ammazzare quella dolce bambina di 10 anni. Che voleva solo sorridere, sognare, vivere.

E’ una tragedia questa che, in quelle copiose lacrime che abbiamo versato, ci fa soffrire, riflettere, entrare nel dolore, capire. E, attraversando quel dolore, il passo più difficile, quando verrà scoperto il colpevole (o i colpevoli), speriamo al più presto, sarà sicuramente quello del gesto del perdonare. Ma andiamo avanti per gradi, un passo alla volta. Come ha giustamente detto don Franco Pezone: “Chi ha commesso questo crimine si converta e abbia il coraggio della verità, si costituisca, sconti tutta la pena e sia affidato alla misericordia di Dio”. Mai come in questo momento c’è un bisogno nelle nostre comunità di un supplemento di umanità, di fiducia, di costruire forti e autentiche relazioni, di doni che ci facciano rialzare e che ci restituiscano vita a pieni polmoni. Si trova soprattutto qui, in questa terrificante morsa di dolore, di tristezza e di disperazione, il bivio che ci consente di scegliere, poi, dopo un percorso personale di consapevolezza, se il Vangelo può o meno prendere piede dentro di noi, diventando così la concreta strada quotidiana da seguire, da mettere in pratica e da trasmettere con gioia, nonostante le difficoltà e le amarezze, le sofferenze, le angosce e le delusioni. Impossibile dimenticare, possibilissimo invece, anzi doveroso, sperare per ripartire. E si riparte rialzandoci, indignandoci, svegliandoci e diventando scomodi, seminando amore a vicenda e osando la speranza a prescindere.

Giovanni Pio Marenna