Ti salutiamo o Regina, siamo il tuo popolo, siamo i figli tuoi, siamo il popolo di Guardia. Oggi però siamo tutti di Guardia.
Ti invochiamo come Regina assunta in cielo: non sei una regina seduta in trono, bellissima ma lontana dalla nostra vita, perché tu sei madre di misericordia. Tu sei vita e ci doni l’autore della vita; tu sei dolcezza nelle amarezze delle nostre giornate; tu sei speranza nostra quando non sappiamo a chi appoggiarci; speranza nostra non di uno, nostra, di tutto il popolo di Guardia. E oggi siamo tutti Guardiesi.
Sei la nostra Regina, da te la vita vera, la dolcezza che riscalda il cuore, la speranza che illumina il cammino.
A te, Assunta in cielo, in questa settimana abbiamo rivolto i nostri cuori; in questi Riti ti abbiamo cercato, avevamo bisogno di te, di ricorrere a te, noi esuli figli di Eva, figli di una vita lontana da Dio a causa del peccato di Eva.
Ma tu sei la nuova Eva, con te, con il tuo Figlio Gesù, con la sua Parola, con il suo Vangelo, il deserto diventa un giardino e oggi, quando gementi e piangenti sospiriamo in questa valle di lacrime, sappiamo chi cercare, sappiamo a chi guardare, sappiamo che c’è una porta alla quale bussare. Lo abbiamo fatto in questi giorni, a te abbiamo rivolto il nostro cuore e le nostre preghiere.
Tutto è stato per te : per te i misteri, per te disciplinanti, per te i battenti, per te i figuranti, per te la penitenza, la comunione, per te e con te tutto il popolo di Guardia si è messo in cammino per le vie del cuore, per le vie di Dio , non più soli, ma insieme. Con te ci siamo sentiti famiglia.
A te siamo ricorsi come si ricorre al cuore della madre : esuli, gementi e piangenti siamo venuti da te ognuno con i suoi dolori, con le sue ferite con le sue domande, con le sue speranze.
A te ricorriamo oggi per i tanti esuli di questo mondo, per i tanti gementi e piangenti a causa delle guerre. Quanti bambini gemono e piangono in Palestina, in Terra Santa; quanti bambini, quanti uomini e donne gemono e piangono in Ucraina e in tanti paesi del mondo; quanti anziani, quanti malati , come esuli, soli, gemono e piangono nella solitudine che rende le giornate vuote e le notti interminabili. Quanti migranti come esuli vanno in cerca di una terra dove vivere e gementi e piangenti perdono la vita nei viaggi della speranza; quanti carcerati come esuli gemono e piangono perché giudicati e rifiutati.
Tu, O Maria comprendi i nostri dolori, tu sei anche la Mater Dolorosa, che ha pianto e sofferto per la forza del male che si è abbattuta sul tuo Figlio, flagellato e messo in croce non per i suoi peccati , ma per i nostri. Ricorriamo a Te perché il tuo pianto, il tuo dolore non sono mai diventati disperazione o rinuncia. Ricorriamo a te per fare nostra la tua forza, per fare nostra la tua fiducia in Dio, per imparare da tuo Figlio, dal Vangelo, a camminare in questa valle di lacrime come segno di consolazione e di sicura speranza portando tenerezza e amore a chi è solo, anziano, malato, a chi è giovane ma scoraggiato, ai bambini che cercano protezione.
Il popolo guardiese, che abbraccia tutti noi, in questi giorni dei Riti si è riconosciuto peccatore, bisognoso di una vita nuova.
Il popolo di Guardia è oggi immagine di una umanità che ha bisogno di pentirsi , di convertirsi, di capire di non poter vivere lontano da Dio, di non poter vivere senza gli altri o contro gli altri, ognuno per conto suo preoccupato solo di se stesso.
Tutto Maria mettiamo nelle tue mani. Tu sei l’avvocata nostra che intercede per noi.
Tu sei chiamata beata perché hai creduto nell’adempimento delle parole del Signore.
Aiutaci a ravvederci quando non ascoltiamo le parole del Figlio tuo.
Perdonaci quando diciamo di amarti ma non accogliamo il tuo invito, quello che facesti alle nozze di Cana: “Fate quello che vi dirà”;
Esortaci quando non leggiamo il Vangelo, quando la Parola di Dio non è lampada ai nostri passi, quando non cerchiamo nella preghiera la forza che viene da Dio. “Tutto posso in Colui che mi dà forza” dice l’apostolo Paolo.
Ora abbiamo due grazie da chiederti.
La prima è: volgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi, non staccarli mai da noi. I tuoi sono occhi che amano, che consolano, che incoraggiano, che accompagnano, che sanno dare speranza.
E poi l’altra grazia che ti chiediamo: a noi non più esuli ma figli, mostraci Gesù il frutto benedetto del tuo seno. Dopo la penitenza la conversione, e la conversione è prendere tra le nostre braccia Gesù, prendere tra le nostre mani il suo Vangelo. Beati coloro che ascoltano la mia parola e la osservano, ha detto lo stesso Gesù.
Sì, Madre santa, noi vogliamo cambiare noi stessi, vogliamo convertirci all’amore, perché Dio è amore. E ogni parola del Figlio tuo è come un seme di amore che dove trova un terreno buono porta molto frutto, soprattutto frutto di amore e di pace. La guerra, la violenza come il drago dell’Apocalisse cerca di divorare quel bambino che è la vita di Dio, ma tu Maria lo proteggi come proteggi la nostra vita quando ricorriamo a te.
Come popolo di Guardia, oggi siamo tutti di Guardia, sentiamo la responsabilità o Regina della pace, proprio perché amati da te, di cambiare la nostra vita. Si, con te, con tuo Figlio, possiamo cambiare, possiamo diventare angeli di pace .
O Clemente, o pia o dolce vergine Maria, così mamma da poterci amare tutti senza dimenticare nessuno, a te affido anche la vita dei sacerdoti, dei consacrati di questa santa chiesa. Tuo Figlio li ha scelti per il compito grande di essere padri e pastori, per essere portatori di cielo, quel cielo che è la sua Parola, che è Lui stesso come pane disceso dal cielo. Accompagnali nel cammino, sostienili nella debolezza, incoraggiali nelle delusioni perchè il loro ministero sia sempre ricco di grazia e di misericordia.
A te affido gli aspiranti diaconi, accompagna il loro discernimento.
A te affido i nostri seminaristi. Sono giovani in cammino; sono germogli, fa che crescano e diventino alberi robusti capaci di dare protezione a tanti e di portare molto frutto secondo il cuore di Dio.
Questa “lastra” che ci separa adesso sarà aperta e niente più ci sarà tra noi e te.
Apriremo la lastra per permetterti poi di uscire e venire in mezzo a noi.
Vieni Maria a camminare di nuovo per le nostre strade, sono sette anni che aspettiamo questo momento; vieni ad incontrare noi peccatori e prega sempre per noi ora e nell’ora della nostra morte.
Amen.