Cura del Creato, un battito dal cuore green per il percorso di sensibilizzazione ambientale di 4 Ac parrocchiali

“Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte, ognuno secondo le proprie possibilità, perché si possa creare una «cittadinanza ecologica», per educarci ad una «responsabilità ambientale» attraverso gesti e comportamenti quotidiani che vogliono esprimere il prendersi cura dell’ambiente. Un atto d’amore che vuole esprimere la nostra dignità di esseri umani (𝐿𝑆 211). Un educarci ad accorgerci di essere parte di un’unica umanità, di essere responsabili gli uni degli altri”. Così le Ac parrocchiali di Cerreto Sannita, Civitella Licinio, Cusano Mutri e San Lorenzello nel presentare il progetto EARTHBEAT (“Battito della Terra”), un percorso comune e condiviso di sensibilizzazione alla cura del Creato, che sta prendendo forma e colore. Dal logo del progetto, disegnato da Valentina Cassella dell’Ac di Cusano, la forma è un cuore innamorato e leggero che, a braccia aperte e occhi spalancati verdi (colore simbolo dell’ambiente e della speranza), che è il cuore di tutti noi, che palpita di vita per il nostro ambiente e per il nostro territorio, che batte e scalpita all’unisono con quello della Terra. La Terra che pulsa, il nostro pianeta, la nostra casa, che ci accudisce e che dobbiamo accudire. Lo sfondo è rappresentato dallo stemma dell’Azione Cattolica, ovvero la croce gialla con i raggi su fondo blu. Il colore, invece, è proprio il lavoro d’insieme condiviso che le 4 Ac parrocchiali, rappresentate dai presidenti Tiziana Baldino (Cerreto), Cristel Di Biase (Civitella), Chiara Cassella (Cusano), Cinzia Conte e Marco Lavorgna (San Lorenzello), un lavoro coltivato dal basso e non calato dall’alto, il suono naturale della frequenza dei battiti di questo cuore: seppur nella diversità della ricchezza dei talenti di ognuno, batte allo stesso ritmo. Quello della speranza. L’idea è nata in seguito agli incendi su Monte Cigno, prima, e su Monte Erbano, dopo, quando le Ac decisero di scrivere un pubblico appello, nel quale esprimevano una forte sofferenza e preoccupazione, evidenziando la necessità di non tacere e di non volerci girare dall’altra parte su responsabilità ambientale e formazione delle coscienze, per pensare successivamente ad un percorso di formazione che, al di là dell’andamento epidemiologico del Covid-19, possa essere portato avanti durante tutto l’arco dell’anno. Quella degli incendi è stata solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso di degrado ambientale che ha devastato e sta devastando anche il territorio. “Nonostante tutte le incurie e le negligenze che ci circondano – evidenziano le 4 Ac parrocchiali, che hanno aperto due pagine social, una su facebook e una su instagram, dedicata a EARTHBEAT – la nostra natura, la nostra Terra e le nostre terre restano comunque straordinarie per bellezza e incanto. Siamo tutti amanti appassionati dei nostri luoghi, che vogliono avere uno sguardo di contempl-azione sulla bellezza che ci circonda. Lo sguardo di chi ama l’ambiente e la natura in maniera profonda. Questi nobili motivi ci hanno spinto a provare a fare qualcosa. Non ci stiamo a rimanere con le mani in mano, mentre problematiche causate da noi stessi esseri umani, accumulatesi negli anni, sono diventate un gigantesco e (ci auguriamo di no!), inarrestabile e incontrollabile tsunami. Come dire, per dirla alla Martin Luther King, anche se non siamo direttamente responsabili per questa situazione ben poco edificante ed educativa, potremmo diventarlo se non faremo neanche un tentativo per provare a scuotere un attimo le cose”.

Tre le fasi, non a scatola chiusa ma completamente aperte alla partecipazione e al contributo di idee di tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente:

𝙁𝘼𝙎𝙀 1: 𝙄𝙊 𝙀 𝙇’𝘼𝙈𝘽𝙄𝙀𝙉𝙏𝙀 (𝙤𝙩𝙩𝙤𝙗𝙧𝙚 2020-𝙛𝙚𝙗𝙗𝙧𝙖𝙞𝙤 2021)

Si svolge principalmente nel proprio ambiente domestico, in famiglia, e sui social. La “missione” consiste nel mettere in atto i consigli presentati settimanalmente. In tale fase, si accettano idee e suggerimenti riguardanti riduzione dello spreco e dell’inquinamento, eccetera. Alla fine di questa tappa, cercheremo di “misurare”, insieme, i cambiamenti e i risultati ottenuti nella comunità, i passi avanti e i passi da fare….

𝑭𝑨𝑺𝑬 2: 𝑳𝑨 𝑪𝑶𝑴𝑼𝑵𝑰𝑻𝑨’ 𝑬 𝑳’𝑨𝑴𝑩𝑰𝑬𝑵𝑻𝑬 (𝒅𝒂 𝒇𝒆𝒃𝒃𝒓𝒂𝒊𝒐 2021)

Ogni comunità, in questa fase, dovrà concretamente prendersi cura di uno o più luoghi del proprio territorio. Parliamo di comunità, in quanto l’iniziativa deve coinvolgere dal basso tutti, a partire dagli attori sociali di ogni singolo paese. Anche alla fine di questa tappa, faremo un bilancio generale per prendere consapevolezza dei passi fatti e dei passi da fare, dei punti di forza e dei punti di debolezza….

𝑭𝑨𝑺𝑬 3: 𝑪𝑶𝑴𝑼𝑵𝑰𝑻𝑨’ 𝑰𝑵 𝑹𝑬𝑻𝑬 𝑷𝑬𝑹 𝑳’𝑨𝑴𝑩𝑰𝑬𝑵𝑻𝑬

Terza fase, più complessa, che rappresenterà il fine ultimo di questo percorso comune. Il confronto dei risultati ottenuti è necessario per sviluppare un percorso che sicuramente non terminerà mai, ma che partirà da punti fermi sui quali fondare i futuri percorsi, andando sempre avanti nell’obiettivo del cambiamento. EARTHBEAT ha l’obiettivo di diventare un cammino esteso a tutti, in cui tutti prenderanno parte attiva. Un cammino “in natura”, attraverso una passeggiata ecologica, è il toccasana ideale per ri-comincia

Bussola morale e spirituale di questo viaggio, l’enciclica di papa Francesco “Laudato Sì”, che quest’anno ha “compiuto” 5 anni. “Mai come quest’anno – sottolineano le 4 Ac – tra le crisi che hanno scosso il nostro pianeta, siamo mossi dall’urgente necessità di risanare i nostri rapporti con il creato e l’un l’altro come comunità. E a noi comunità cristiane, ma anche a noi da cittadini, è chiesto di educarci e di educare alla responsabilità ambientale e alla formazione delle coscienze (𝘓𝘚 𝘥𝘢 209 𝘢 215) per sensibilizzare alla cura della casa comune che ci è stata donata e per permettere alle prossime generazioni di averne cura a loro volta”. Insomma con il progetto EARTHBEAT si vuole abbracciare decisamente l’idea di una “conversione ecologica integrale” in azione, strettamente interconnessa con le preoccupazioni relative alla giustizia sociale e alla fraternità. Questo perché il degrado ambientale è lo specchio esatto della nostra attuale società, dell’abitare, molte volte, distorto il nostro territorio. Questo perché l’ambiente è il risultato esatto della relazione tra natura e società. L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestassimo la dovuta attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale (𝘓𝘚 48), vale a dire le scelte economiche e sociali dell’uomo.