“Qualche settimana fa, nel comunicare ai responsabili parrocchiali l’idea dell’ACR diocesana di realizzare comunque la Festa degli incontri in programma per il 2 giugno utilizzando il web, unica modalità di incontro al momento possibile, scrivevamo che di questo tempo complesso vogliamo impegnarci a fare un tempo nuovo. E degli ostacoli una sfida da affrontare, insieme. Non potevamo certo farci fermare dalla impossibilità di riunirci tutti in una delle piazze della nostra diocesi. La nostra ACR aveva bisogno di vivere il suo momento di festa di fine anno associativo. Aveva bisogno di ritrovarsi per dire a Gesù il suo grazie…per le esperienze vissute, i nuovi amici conosciuti, le emozioni provate”. Così Marco Lavorgna e Grazia Carlo, i responsabili diocesani dell’Acr che insieme a tutta l’Equipe di lavoro hanno lavorato per la buona riuscita dell’iniziativa, hanno commentato la Festa degli Incontri 2.0 andata in onda (è il caso di dire) in diretta nella piazza virtuale della pagina fb dell’Ac diocesana. Una “Festa degli Incontri 2.0” molto coinvolgente, entusiasmante e condivisa. Dopo la presentazione delle Acr parrocchiali (attraverso una mappa con i luoghi simbolo dello stare insieme) e il saluto del presidente diocesano Giovanni Pio Marenna, s’è entrato nel vivo delle attività ludiche e riflessive sul tema dell’abitare il mondo. Nei collegamenti durante la diretta, con una rappresentanza delle varie parrocchie, volti sorridenti e sguardi pieni di gioia. Gioia di un incontro, gioia dell’Incontro, quello con Gesù. Un momento formativo ha messo al centro proprio il fatto che l’abitare con Gesù (alla luce del Vangelo), attraverso le relazioni e la fraternità, aiuta ad abitare tutti i luoghi della quotidianità di bambini e ragazzi: famiglia, scuola, strada, il mondo con le sue diversità arricchenti.
L’assistente dell’Acr diocesana don Ionut Pirtac ha posto una riflessione su un passaggio della Prima Lettera di Pietro, dove si fa riferimento alla pietra viva “che gli uomini hanno rifiutato, ma che, per Dio, è scelta e preziosa. Chi crede in essa non resterà deluso”. “Abitare” la Chiesa vuol dire proprio sentirsi pienamente partecipi, in virtù del Battesimo, della sua missione evangelizzatrice. “Abitare” in pienezza luoghi ed ambiti sociali della realtà, ponendo in essa il seme buono del Vangelo, è una tappa essenziale per la costruzione del bene comune. Il pomeriggio, poi, è volato tra danze, giochi, un momento di preghiera, una gustosa merenda e riflessioni sul tema scelto per la giornata, “abitiAMO il mondo”. “Lo ammettiamo, ci sono mancati gli abbracci, è vero – proseguono Marco e Grazia – ma possiamo affermare, però, di aver vissuto un’esperienza sì diversa, ma bella. Anche se attraverso uno schermo, ci siamo sentiti uniti. Battevano allo stesso ritmo i cuori dei tanti bambini e ragazzi connessi, spesso insieme alle loro famiglie”. Un racconto di bellezza in movimento, di vita e di fede. Abitare il proprio territorio nei luoghi della quotidianità, insieme, non in maniera passiva ma da protagonisti. Protagonisti che amano e che, perciò, hanno cura di ogni spazio che abitano.