Ac Castelvenere, il cibo invenduto di un’azienda alle famiglie che ne hanno bisogno (articolo pubblicato sul n. 36 del mensile della Diocesi “Voci e Volti”)

di Loredana Giamei e Salvatore Carlo

Adriana gestisce un’azienda alimentare. Capita, la sera, che resti del cibo invenduto e lei non ci sta a buttarlo, né riesce sempre a consumarlo in famiglia o con amici. Il cibo, così le è stato insegnato, non si butta. Mai.

Un giorno Adriana ci contatta. Perché non fare qualcosa insieme? Perché non trasformare la pizza, i taralli, il pane, i dolci che restano la sera in negozio in un’occasione per essere utili alla nostra comunità? Ci incontriamo, ne parliamo, ci confrontiamo con il nostro parroco don Mimmo e, carichi di entusiasmo, partiamo con un nuovo progetto: condividere il cibo e, con esso, creare incontri e relazioni nuove.

Lo scorso mese di luglio noi dell’AC di Castelvenere e “La Matarca”, che lavora prodotti da forno, abbiamo stipulato un’intesa, iniziando così un percorso che ci porta a ritirare i prodotti invenduti per distribuirli a famiglie che vivono situazioni di fragilità.

Adriana e la sua azienda, per noi di Azione Cattolica, è stata un faro che ha illuminato una realtà, quella dello spreco alimentare, che ha cifre impressionanti e che noi, tante volte, facciamo finta di ignorare o addirittura favoriamo con i nostri comportamenti.

I dati lasciano senza parole: un terzo del cibo prodotto nel mondo finisce nella spazzatura; solo in Italia ogni cittadino spreca o butta, in media, 146 chili di cibo in un anno; lo spreco alimentare contribuisce all’impoverimento delle risorse idriche e crea inquinamento ambientale. Non possiamo continuare ad accettare passivamente, come persone e come cristiani, che nel mondo 1 persona su 3 sia malnutrita e circa 800 milioni di individui nel mondo soffrano la fame (dati FAO 2019).

Noi di AC, con La Matarca, abbiamo scelto di impegnarci per un uso più consapevole e condiviso del cibo. La sera, all’ora della chiusura, quando restano prodotti invenduti, riceviamo la telefonata e uno di noi preleva quanto rimasto e lo consegna a una o più famiglie della nostra comunità. Con il tempo il numero delle persone raggiunte è cresciuto: sono famiglie spesso con bambini, altre volte anziani o stranieri; alcune le conoscevamo già, altre le abbiamo incontrate grazie a questa iniziativa. Ogni famiglia è diversa, ma nessuna di esse ha la possibilità di concedersi di frequente il lusso di una pizza o di un rustico.

Con il passare delle settimane per noi di Azione Cattolica l’attesa della telefonata serale de “La Matarca” è diventata una piacevole routine. Infatti ci precipitiamo perché Adriana e le sue collaboratrici ci aspettano e desiderano, come è normale dopo una giornata di lavoro, tornare a casa per un po’ di riposo. Un saluto, un sorriso, e si va dalle nostre famiglie. È ora di cena, ma siamo attesi e accolti con gioia. Anche qui non ci fermiamo molto, vogliamo proseguire con il nostro giro e non servono tante parole. Spesso sono i bambini che ci vengono ad aprire e prendono in consegna il pacco. Terminate le consegne si torna a casa. Abbiamo condiviso del cibo. E con il cibo abbiamo incontrato persone che ci hanno accolto in casa loro e ci hanno mostrato la bellezza della condivisione.