Stage al via presso la cooperativa sociale di comunità “iCare” per i 6 studenti che hanno vinto il contest di idee del progetto “ricar…iCare” sull’orientamento al lavoro. Dopo le ore di formazione sul lavoro e di focus su alcuni temi specifici, inerenti agli specifici indirizzi di studio dei tre Istituti Superiori delle classi che hanno partecipato (le IV classi dell’Agrario di Guardia Sanframondi, dell’Alberghiero di Castelvenere e del Liceo Economico-Sociale di Solopaca, IIS Telese Terme), dai 3 contest di idee sull’agricoltura sociale, su competenze e capacità in una pasticceria di comunità e su un progetto d’inclusione sociale per lo Sportello “D.I.T. – Do It Together”, sono risultati vincitori gli studenti che più si sono impegnati e messi in gioco dei tre Istituti di Scuola Superiore. I due referenti del progetto, la responsabile Concetta Ricciardi, animatrice di comunità del Progetto Policoro, e il tutor associativo Giovanni Pio Marenna, diocesano di Azione Cattolica, ringraziano tutti gli studenti che si sono intensamente impegnati e spesi nei contest di idee. “Obiettivo del progetto ricar…iCare – ribadiscono Ricciardi e Marenna – è stato quello di formare una cultura del lavoro, passando dall’Orientamento e dall’Alternanza Scuola-Lavoro all’inserimento in un’impresa e al promuovere una nuova etica del lavoro attraverso il lavorare con gli altri e per gli altri, attraverso la valorizzazione dei talenti delle persone e di un territorio ferito dalle tante difficoltà, attraverso il generare relazioni e attraverso, infine, il trasformare gli scarti in risorse, le fragilità in opportunità. Con “ricar…iCare” abbiamo voluto veicolare ai giovani il messaggio che: esiste sempre una possibilità di trovare e di crearsi lavoro, anche rimanendo nel proprio territorio; non necessariamente per lavorare bisogna per forza abbandonare il proprio territorio. Non sta scritto da nessuna parte che, anche laddove non viene pienamente favorito uno sviluppo occupazionale e ci siano più difficoltà del normale per cominciare o ricominciare, ognuno non possa, a partire dai propri sogni ed aspirazioni, a partire dalla propria volontà e determinazione, provare a creare lavoro, ingegnandosi ed impegnandosi per ideare lavoro nel territorio dove abita e dove vorrebbe rimanere per costruirsi il proprio futuro iniziando dal proprio presente”.
Finalità del progetto diocesano “ricar….iCare” è stato quello di consentire a 6 studenti di partecipare ad uno stage estivo retribuito presso la cooperativa iCare, nelle progettualità relative al loro specifico ambito di studi. “L’entusiasmo e l’energia di questi giovani c’ha contagiato. E’ come se una lampadina si fosse accesa in loro. Speriamo di essere riusciti a contagiarli con una scintilla di speranza in più. Loro l’hanno sicuramente trasmessa a noi: una grande voglia di mettersi in gioco per far emergere quei loro talenti che già hanno ma che, molto spesso, o non riescono a vedere o non trovano nessuno che li aiuta a scorgerli oppure non viene data loro la possibilità, almeno una, di farli esplodere, la possibilità di sentirsi semplicemente coinvolti maggiormente ed accompagnati”.
COLTIVANDO IDEE, CONCRETIZZANDO PERCORSI. Il progetto “ricar…iCare”, presentato dalla cooperativa sociale di comunità iCare, dall’Azione Cattolica Diocesi di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’Goti e dal Progetto Policoro, è uno dei 4 progetti vincitori a livello nazionale del XIII Concorso Lavoro e Pastorale “Idee in Movimento” del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica ed è un progetto realizzato con il contributo dell’Azione Cattolica Italiana, dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro e di Caritas Italiana, nell’ambito del XIII Concorso “Lavoro e Pastorale Idee in Movimento”. La realizzazione dello stesso è stata condivisa in collaborazione con 5 Uffici di Curia (Caritas diocesana, Pastorale Sociale del Lavoro, Scuola d’Impegno Socio-Politico, Pastorale Giovanile e Ufficio Comunicazioni Sociali) “Coltivare idee – concludono Ricciardi e Marenna – ed avviare un modello sociale lavorativo per rilanciare speranza concreta attraverso percorsi, volta all’animazione dei territori da realizzarsi con il coinvolgimento degli attori e delle realtà educative e di formazione presenti negli stessi. E’ quello che abbiamo provato a mettere in campo e che speriamo di poter ripetere anche per il prossimo anno scolastico”.
L’obiettivo del progetto “ricar….iCare”, lo ripetiamo, può essere sintetizzato dal titolo stesso. La prima “ricarica” riguarda le scuole del territorio coinvolte ed è di carattere pedagogico e metodologico, diffondendo cultura del lavoro, attraverso formazione ed informazione, educando e responsabilizzando le nuove generazioni al lavoro, attraverso i principi di eticità e di solidarietà, in particolare sulla progettazione sociale; la seconda “ricarica” che avviene è di carattere promozionale per far conoscere le progettualità della cooperativa sociale iCare, un modello innovativo di governance su questo territorio, raccontando una storia che genera vita dalla condivisione di sogni, di esperienze e di relazioni autentiche. Infine, “Ricàricàti” è lo slogan nazionale di quest’anno di uno dei componenti del gruppo proponente il progetto, l’Azione Cattolica, e colpiva molto questo gioco di parole che racchiudeva il provare a rigenerare il nostro territorio attraverso la cooperativa iCare.
Questo progetto, così come ogni progettualità in corso di iCare, del Progetto Policoro, dell’Ac diocesana così come di ogni Ufficio di Curia e struttura diocesana, prova ad essere in piena sintonia con una capillare analisi dei bisogni del territorio e con quella che è la mission della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti di “prendersi cura di tutte le fragilità esistenti sul territorio, ridisegnando l’attenzione al sociale per progettare dal basso, con le parrocchie e con gli enti pubblici, nuovi interventi nelle comunità locali, trasformando i bisogni sociali in progetti e servizi sociali innovativi, passando dalla logica assistenzialista all’Empowerment di Comunità. Tutto questo in un’ottica di economia collaborativa, dove gli spazi diventano luoghi di comunità, dove i beneficiari del servizio diventano co-produttori e attori privilegiati della comunità.