Festa dell’Adesione Azione Cattolica, il vescovo don Mimmo Battaglia: “Ripartiamo sempre dal Vangelo! E’ in Gesù Cristo che troviamo la forza di sporcarci le mani e di abitare la strada”

Durante il momento di preghiera a Castelvenere le pagine scritte delle testimonianze di alcuni "fratelli maggiori" e quelle bianche da disegnare a colori tutti insieme.

Ha consegnato, simbolicamente, il Vangelo il vescovo della Diocesi don Mimmo Battaglia ai soci dell’Azione Cattolica, riunitisi durante una Festa dell’Adesione molto sentita e partecipata da parte delle Ac parrocchiali. “Vi consegno – ha detto durante la riflessione mons. Battagliail Vangelo che è libertà, è vita. Scegliamo di vivere il Vangelo, perché ci libera dalle nostre paure. Ripartiamo dal Vangelo, che è una persona viva: Gesù Cristo. E in lui che troviamo la forza di ” sporcarci” le mani, di abitare la strada; è in Lui che possiamo ritrovare la passione di essere credenti inquieti e non dobbiamo avere paura di questa passione. Siate presenti nelle vostre comunità, sentitevi protagonisti amando questa Chiesa”. Durante il momento di preghiera nella chiesa parrocchiale di San Nicola di Castelvenere, e prima della proclamazione del passo del Vangelo dell’anno associativo, sono state lette le testimonianze di alcuni “fratelli maggiori” (a partire dagli stessi “Orientamenti” dell’associazione): padre David Maria Turoldo, papa Francesco e lo stesso vescovo don Mimmo nell’intervento all’Assemblea diocesana dell’Ac d’inizio anno a San Salvatore Telesino. Pagine che volevano aiutare a comprendere meglio che cosa possa significare l’impegno a “generare” che, rinnovando l’adesione in Ac, possono essere assunte per quest’anno formativo. “Amare la Chiesa – ha proseguito don Mimmo – significa avere la schiena diritta per essere persone, non la schiena curva per diventare personalità, il coraggio di essere veri, di essere sé stessi. Per questo il Vangelo è il segreto della libertà e la forza della vita. Innamorati della vita e appassionati del Vangelo. Fin d’ora vi dico grazie per camminare, crescere, osare insieme. Coraggio! Incoraggiamoci a vicenda perché questo mondo ha bisogno di Dio e Dio si sta fidando di te, delle tue mani, del tuo cuore…e nel tuo cuore tu stai dicendo: Io ci sono, conta su di me”. Su due tele bianche, poi, come segno per generare il prendersi cura nel territorio che abitiamo e che siamo chiamati a costruire, tutti i presenti hanno potuto lasciare una propria “impronta” colorata con un pennello. Segno che voleva rappresentare l’impegno a rinnovare la propria disponibilità al servizio con colori diversi, ognuno portando la ricchezza della propria diversità e della propria unicità, nella responsabilità, che si mescola con gli altri colori in comunione e s’impasta in corresponsabilità. Una disponibilità al servizio che ricarica e rigenera. “Volevamo in questo modo – ha affermato il presidente dell’Ac diocesana Giovanni Pio Marenna – rappresentare l’impegno del generare speranza, che caratterizza in particolare quest’anno associativo e che dovrebbe caratterizzare sempre quotidianamente il nostro cammino di credenti inquieti, disegnando a colori il mondo che immaginiamo, il territorio che abitiamo. Disegnare a colori il nostro territorio significa non voltarsi mai dall’altra parte, facendo finta di non vedere e di non sentire, di fronte a situazioni d’ingiustizia sociale e di disuguaglianze, di soprusi e di violenza verso le persone e verso la nostra casa comune”. Marta e Maria ci insegnano che il servizio ha bisogno di prendere forma da una profonda vita interiore, capace di alimentarlo e di renderlo gratuito, che si trasformi in gesti concreti che generino processi. Gesti concreti che davvero generano e ri-generano ogni giorno la nostra vita attraverso, anzitutto, l’incontro con l’altro, vero dono di ricchezza, l’ascolto, il dialogo, la condivisione e la comunione. “Questa ricarica – conclude il presidente Marenna – parte sempre dal prendersi cura dell’altro, come ci ricorda il nostro vescovo don Mimmo, la cui preziosa attività pastorale sosteniamo in pieno incondizionatamente e condividiamo totalmente. Prendersi cura dell’altro che nasce e che si rigenera continuamente nella reciprocità dell’ascolto, dell’annuncio, del servizio. Prendersi cura dell’altro che è, soprattutto, lotta per la giustizia sociale in quanto piena e concreta azione pastorale per l’annuncio e per l’attuazione del Vangelo di Cristo. E’ nel Vangelo stesso che Gesù c’insegna che ci sono valori che non sono assolutamente negoziabili”. «Apprendere la virtù dell’incontro», diceva Vittorio Bachelet, accogliere l’invito a prendere l’iniziativa e ad uscire fuori da sé per farsi prossimi e accompagnare i passaggi dell’esistenza di ciascuno, curandone la vita spirituale.