E’ stato un fine settimana intenso e pieno di emozioni contrastanti quello appena trascorso. La veglia missionaria con i giovani di sabato sera che si è tenuta a Dugenta e la celebrazione eucaristica di domenica presso la struttura “Fondazione Maugeri” di Telese Terme.
Due momenti apparentemente distanti eppure, se ci fermiamo a riflettere bene, accomunati da un sottilissimo filo rosso: il cuore. Sì, perché è di cuore che si è parlato, anzi vissuto…
I giovani durante la veglia hanno invocato il Signore affinché gli desse un cuore grande per amare e pronto a lottare per Lui, un cuore che desidera, sogna, lotta, crede, ama. E, nonostante tutta la sofferenza, era lo stesso cuore che faceva capolino negli occhi degli ammalati e dei loro familiari presso la Fondazione Maugeri a Telese.
E sui cuori pulsanti dei giovani e su quelli offuscati dal dolore degli ammalati e delle persone loro vicine che, don Mimmo nostro vescovo, ha provato a soffiare parole di vita, di speranza, ha provato ad infondere forza e fiducia… in entrambe le occasioni partendo dal Vangelo, parola sempre viva, attuale, che con una delicata prepotenza si scaglia nelle nostre vite. Si scaglia nelle vite dei giovani, invitati a rimanere saldi nell’amore, uniti al Padre come il tralcio alla propria vite. Uniti al Padre per portare frutto nei terreni aridi della quotidianità. Si scaglia nelle lacrime che scivolano sui cuori di chi sta vivendo momenti di grande sofferenza e prova. Anche qui il Vangelo non delude, ma accompagna, consola, illumina.
Don Mimmo è stato molto chiaro: “Nella vita sono due i momenti che non si possono vivere mai da soli… la prima cosa è la gioia. Quando tu sperimenti la gioia, quando ti arriva una notizia che ti rende felice, non vedi l’ora di andare da qualcuno a raccontare la tua gioia. La seconda cosa è il dolore. Quando uno sta male qual è la prima cosa che dice? Mamma mia, non ce la faccio più… chiami sempre tua Madre, cioè hai sempre bisogno di qualcuno, non lo puoi vivere da solo quel momento. Un dolore non vuole mai una spiegazione… ma una condivisione”.
Affidarsi e fidarsi di Dio allora… anche quando il buio avvolge i cuori, bisogna sempre ricordare che non si è mai soli, Gesù è su quella sedia a rotelle, su quel lettino… nella tua croce la sua croce, nella tua sofferenza la sua sofferenza, nella tua stanchezza, la sua stanchezza…
E’ lì ad affrontare con te il tuo personale calvario.
E poi ho visto cuore nelle mani di don Mimmo che, con una carezza, con una stretta di mano, ha salutato ogni singola persona presente alla celebrazione… e lì, guardando meravigliato i volti e gli occhi di quelle persone, ti rendi conto che basta davvero poco… davvero poco per far sentire la tua presenza… davvero poco così. E allora ecco che mi ritorna in mente il filo rosso che ha avvolto questi due giorni, pronto ad avvolgerlo al mio cuore per non dimenticare nessun istante di queste giornate… affinché nulla vada perduto ma tutto possa portare frutto.
Dagli occhi ai cuori, dalla mia gioia alla tua gioia, dal mio dolore al tuo dolore, dal mio “io” al nostro “noi”… ecco il modo per accorciare ogni distanza…
Un cuore che ama.
Un giovane presente