Ecoballe Casalduni, perché sono ancora lì dopo 14 anni? (articolo pubblicato sul n. 19 del mensile della Diocesi “Voci e Volti”)

Anche se nessuno mai si è dimenticato di queste tonnellate di ecoballe ammassate nei piazzali, che purtroppo negli anni sono state interessate da diversi incendi, tutto è ancora fermo.

Continua a distanza di anni la lotta alle ecoballe a Casalduni. È dal 2004 che si parla di un possibile spostamento, che però ancora deve avvenire. Un primo problema: la lavorazione, eseguita man mano che i rifiuti arrivavano al sito, interessava qualsiasi rifiuto senza differenziarlo, quindi alla fine quelle ecoballe non contengono più rifiuti “eco”, ma ben altro e dunque, non potendo essere rimosse facilmente e portate negli altri siti di compostaggio, sono lì da ben 14 anni. Poi gli incendi, verosimilmente dolosi, hanno fatto il resto poiché quelle ecoballe incendiate sono divenute “rifiuti speciali” e, per lo smaltimento, fanno gola molto più che come “semplice ecoballa”. Sono 60.000 unità, ammassate nei piazzali adiacenti allo Stir, per un totale di circa 70.000 tonnellate.

Anche se nessuno mai si è dimenticato di queste “balle”, che purtroppo negli anni sono state interessate da diversi incendi, tutto è ancora fermo. Ricordiamo come, in seguito all’incendio di quelle dislocate nella località “Toppa Infuocata” del Comune di Fragneto Monforte, i cittadini dovettero occupare il tratto di superstrada che da Fragneto porta a Benevento (“Zingara Morta”) per essere ascoltati dalle autorità e l’incendio fu spento solo dopo che una coltre di fumo denso aveva invaso tutta la Valle Telesina. Vari incendi hanno interessato nel tempo anche ecoballe già prossime al trasferimento posizionate all’interno del CDR. L’ultimo incendio c’è stato nell’aprile scorso, quando è, appunto, andata a fuoco una parte delle ecoballe presenti all’interno dello Stir e pronte ad essere trasferite proprio nei giorni seguenti. Ma non è finita qui. Dopo tutto questo è in atto anche la collocazione, presso lo Stir di Casalduni (come in altri Stir della regione Campania) di un Biodigestore che tratta l’umido: la preoccupazione dei cittadini, con in testa il sindaco Pasquale Iacovella che prova ad opporsi a questa ennesima deturpazione del paese, è che confluiscano a Casalduni, oltre l’umido, anche i fanghi di depurazione. Se è vero che quello dei rifiuti è un problema complesso della società consumistica contemporanea e tutti siamo chiamati ad impegnarci, urgono tuttavia politiche rispettose del diritto alla salute nostro e delle generazioni future.

Mirko Borrelli