Dalle periferie al centro, on the road con il vescovo Mimmo – GIORNO 1: CAMBIO DIREZIONE

vescovoallaMaugeri

Per i prossimi giorni, proveremo a raccontarvi gli appuntamenti e gli incontri che il vescovo Mimmo sta compiendo e compirà, percorrendo strade, macinando km, come segni concreti di attenzione e di vicinanza, di speranza e di luce per il nostro territorio diocesano durante questo periodo natalizio. Nelle strutture mediche come nelle famiglie più fragili. Piedistallo solido di quest’immersione, nel vasto mare delle sofferenze fisiche e delle fatiche interiori, l’incontro: nell’autenticità della relazione, nello stare accanto, nel camminare affianco, nel farci vicini e prossimi gli uni verso gli altri, nel vivere affinchè nessuno resti e si senta mai da solo. Due gli incontri pubblici di questa prima giornata, scanditi dal ritmo della tenerezza sui passi danzanti dell’amore: quello di stamattina presso l’Unità operativa di Salute Mentale SIR di Bucciano e quello di oggi pomeriggio presso la clinica Maugeri di Telese Terme.

Nella prima la vicinanza affettuosa e premurosa di don Mimmo è passata per quelli che sono gesti abituali di ogni giorno, sui quali spesso non ci soffermiamo mai abbastanza, come una carezza, una stretta di mano, una gratitudine espressa per chi ha cantato durante la messa celebrata, con un supplemento di grazie per Gioia che ha voluto delicatamente regalare l’ascolto di un brano natalizio suonato alla tastiera. Passi dell’amore su note pesanti come macigni, per chi non si ferma a benedire per questo dono, e dolci come carezze per chi resta ammirato contemplando questa bellezza ricevuta.
Nel secondo appuntamento, alla Maugeri, lo stare vicino ai sofferenti e ai più indifesi è stato tradotto in una condivisione di quella sofferenza durante la visita agli ammalati nei vari reparti. Condividere la sofferenza per incoraggiare e donare forza e fiducia agli ammalati in condizioni più gravi. Condividere la sofferenza per raccogliere il dolore di chi è bloccato su un letto o su una sedia a rotelle, le lacrime di genitori frantumati dal tormento, le angosce di chi è stato vittima di un incidente, le inquietudini e le speranze di chi non riesce a sopportare il gravoso peso di una malattia, dell’età che avanza, di un’invalidità fisica, di una ferita interiore.

“Il Signore non ci libera dalle tempeste – ha ricordato don Mimmo – ma ci dà la forza per affrontarle”. E’ nel modo d’intendere l’accompagnare l’altro e nel come mettersi in movimento nell’incontro verso l’altro che avviene un cambio di direzione drastico nella nostra vita: dall’essere indifferenti all’avere cura, dai gesti freddi e meccanici che si ripetono consuetudinariamente a quelli calorosi e concreti di chi ha realmente a cuore l’altro. Tramite questi gesti del vescovo Mimmo, testimonianza concreta di una Chiesa samaritana e viandante che vuole fondare ogni azione sul linguaggio del Vangelo dell’amore, il cammino di attesa del Natale ci ricorda di essere attenti verso le attese di tutti: di coloro che hanno perso la speranza e vorrebbero ritrovarla, di coloro che hanno dovuto abbandonare i sogni che coltivavano e aspettano di abbracciarne degli altri, di coloro che non si aspettano più nulla dalla vita e vorrebbero solo che qualcuno gli sussurri all’orecchio che loro contano ancora perché “la vita ha, in ogni momento, valore, dignità e senso”.

Giovanni Pio Marenna