Meditazione sul tempo presente del vescovo Giuseppe – Avvento 2025

03-12-2025

Siamo entrati nel tempo dell’Avvento, il tempo della venuta del Signore: Lui è già venuto, ma deve ancora venire nella vita di tanti, in tanti luoghi dove Dio non è ancora conosciuto; forse è bene che ci prepariamo perché la sua nascita si rinnovi anche nella nostra vita. Il Giubileo della Speranza sta per concludersi. Ma la Speranza è cresciuta nella nostra vita?  È possibile vivere la pace? E, soprattutto, ho fiducia che la pace si possa realizzare? Una domanda che ci poniamo tutti, perché la pace non dipende solo dai potenti, dai politici o dai militari. Questo nostro tempo non ci stimola a cambiare, a sperare di poter migliorare questo nostro mondo. C’è troppa rassegnazione, si finisce per dire che le cose non possono cambiare. Ma Gesù viene a dirci che un tempo diverso è possibile, un futuro diverso è possibile se camminiamo con Lui.

È la Parola di Dio che ci libera dalla rassegnazione e ci fa camminare con pensieri e sentimenti nuovi che essa ci comunica. Siamo entrati nel tempo di Avvento ascoltando le parole del profeta Isaia: «venite, saliamo sul monte del Signore, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Oggi si dicono troppe parole che accusano gli altri, che ci dividono. Dal Signore apprendiamo parole che avvicinano, ci aiutano ad essere uniti, a camminare per i suoi sentieri, non da soli ma con tanti compagni di viaggio.

Ogni giorno si compiono tanti fatti di violenza, nelle nostre strade , nelle nostre case, nelle nostre città, nei paesi dove c’è la guerra, come in Ucraina, in Sudan o  dove la pace stenta ad affermarsi come in Palestina, ma tanti sono i paesi feriti dalla guerra. Si pensa di imporsi sugli altri con la forza, la violenza.

Oggi non la pace ma la guerra è al primo posto nei discorsi. Il Signore ci chiama a svegliarci dal sonno. Siamo chiamati a guardare gli altri con simpatia, con affetto. In ogni uomo c’è un fondo di bontà da far emergere. C’è bisogno di essere uomini e donne di pace, costruire legami, rapporti, con la fiducia degli uni verso gli altri. Cancelliamo dal nostro linguaggio parole che offendono e che dividono. Ascoltare gli altri, parlare con loro costruisce, crea rapporti. Perchè il mondo è meno brutto di come ce lo stanno rappresentando. Quanto meno, non c’è solo quello che vediamo, ma va scoperto quello che c’è di più profondo, quel bene che c’è e a volte lavora nel silenzio. Non urla come quelli che fanno propaganda.

Dobbiamo passare dall’io al noi o, meglio, dobbiamo capire che il nostro io nel noi è più valorizzato, è più vero, è meno condizionato dalla falsità. Anche noi siamo migliori di come ci pensiamo.

Questo ci chiede il tempo di Avvento. Se abbiamo fede, crediamo che uniti al Signore questo mondo può cambiare, può migliorare. Seminiamo amicizia, allarghiamo il nostro cuore, vogliamo più bene, vogliamo il bene dell’altro, parliamo con tutti, aiutiamoci a non vivere ognuno per i fatti suoi. Non è bene vivere facendosi i fatti propri. Da Gesù impariamo ad andare incontro agli altri, non escludiamo nessuno. Il Vangelo è pieno di tanti incontri di Gesù: con i poveri, con i malati, con le persone sole, ma anche con quelli che desideravano cambiare vita e si avvicinavano a Lui. Il regno di Dio viene con un bambino. Non viene con l’uomo forte, non viene con il leader, non viene con gli eserciti e non viene con le grandi dichiarazioni.

Leggiamo ogni giorno una pagina del Vangelo e ci sentiremo spinti ad essere accoglienti come ha fatto Gesù, a parlare con tutti con parole amiche, aiutare a non vivere ognuno per conto proprio. Il vangelo ci allarga il cuore, ci aiuta a volere più bene, a desiderare il bene dell’altro: impariamo ad accogliere. Prepariamoci al Natale. Un vecchio film diceva : “Aggiungi un posto a tavola”. In questo Avvento vogliamo dirci : “Aggiungi un posto nel tuo cuore”. Un posto per un povero, per un anziano, per una famiglia bisognosa, per un migrante, per una persona con disabilità, per chi è in carcere, per chi è malato,  per chi è solo o per chi si percepisce solo, non amato, non compreso.  Aggiungi un posto nel tuo cuore per gli anziani degli Istituti. Tutti insieme siamo la famiglia di Gesù. Il Vangelo dell’Avvento ci chiama alla vigilanza; perché, senza paura e senza indifferenza, siamo disponibili all’incontro con tutti, attendendo insieme la buona notizia del Regno di Dio che irrompe nella storia.

È lo spazio di pace, di comunione che il Signore ci vuole far vivere in questo Avvento e in questo Natale. Ringraziamo il Signore per tutto quello che il Signore ci chiama a vivere.

+ Giuseppe, vescovo