Sguardi di speranza, percorsi di rinascita, fiducia e attesa per un futuro migliore. Un filo invisibile, ma concreto, ha unito per 4 giorni i tanti operatori e volontari provenienti da tutta Italia, riuniti a Grado, in provincia di Gorizia, per il 44.mo convegno nazionale delle Caritas italiane, tenutosi nella cittadina friulana dall’8 all’11 aprile. Tante le testimonianze che hanno animato l’evento. Storie diverse, ma con un tratto in comune: la volontà di fare del bene e di aiutare il prossimo. Da Trieste fino a Ragusa, passando per Gorizia, Andria e arrivando fino in Sardegna, ad Ales-Terralba, diocesi del territorio più povero d’Italia.
“Il nostro progetto è nato dalla collaborazione con la pittrice Adriana Torregrossa che ha realizzato 15 ritratti rappresentanti i volti di migranti, persone alla ricerca di altri esseri umani dispersi per le rotte di tutto il mondo”. Vera Pellegrino di Caritas Trieste illustra il progetto “I’m looking for”, in cui l’arte diventa il linguaggio per raccontare e comunicare il tema del viaggio e della ricerca dell’identità. “Abbiamo scelto questo tema perché riguarda ovviamente i migranti, ma riguarda anche tutti noi. Le cose fondamentali, in fondo, sono queste: cercare il senso della vita e la possibilità di realizzare la propria identità. Ed è proprio quello che cercano di fare i migranti arrivando da noi”.
Il salto del confine
A Gorizia, a pochi metri dal confine con la Slovenia, la Caritas locale gestisce l’Emporio dell’infanzia, rivolto a famiglie in difficoltà economica con bambini fino ai 13 anni. “Si tratta di un gesto concreto verso la realtà goriziana, ma non solo, perché abbiamo voluto superare il confine e guardare oltre – racconta Valentina Busatta, operatrice di Caritas Gorizia -. Nello specifico, abbiamo iniziato una collaborazione con un’associazione di Nova Gorica. Ci incontriamo ormai da due anni in Piazza Transalpina, la piazza storica al confine tra Gorizia e Nova Gorica, dove invitiamo tutti i bambini e le loro famiglie a passare pomeriggi di gioco e divertimento”. Non solo svago, però: “L’obiettivo è superare quel ruolo che spesso le famiglie sentono addosso, quella posizione di bisognosi che chiedono qualcosa. Noi vogliamo che si sentano semplicemente dei genitori che incontrano altri genitori. Quello che ricevi nell’Emporio puoi donarlo a tua volta, cambiando così prospettiva e consentendo di essere anche donatori e non più bisognosi”.
Supporto agli anziani
Legato agli anziani è il progetto “Accanto” di Caritas Andria, in Puglia: “La povertà ha assunto ormai diversi volti, nel nostro caso quelli degli anziani”, spiega don Mimmo Francavilla, direttore della Caritas locale. Una povertà non solo economica, ma anche sociale: spesso queste persone si trovano sole, con i figli o le famiglie lontane. “Organizziamo due laboratori, uno sulla pittura e un altro sulla narrazione dei propri vissuti, e coinvolgiamo gli anziani in queste attività – dice ancora don Mimmo -. Sono momenti di svago e di cultura. Noi non parliamo solo di povertà, ma anche di fragilità. E una persona anziana, da sola, inizia a mostrare tutte le sue fragilità. Il gruppo diventa una nuova comunità che si stringe intorno alle piccole o grandi preoccupazioni che possono attanagliare le persone di una certa età”.