Dalle parole danzanti, proposte l’anno scorso, per giungere sempre più ad acquisire coscienza e consapevolezza dello scegliere d’imparare a ballare sotto la pioggia nonostante la tempesta, proposto per quest’anno associativo. Cioè vivere nel miglior modo possibile, dando il proprio contributo non da passivi cristiani da salotto e alla finestra ma sempre in piedi e in cammino, pronti a prendersi cura dell’altro, dei suoi bisogni e delle sue necessità, senza aspettare che passi la bufera, senza rinchiudersi in prigioni e senza mettersi macigni sul proprio cuore.
Provocatoriamente intitolato “Dove si balla” (dal brano presentato da Dargen D’Amico nello scorso Festival di Sanremo), il ciclo di incontri unitari annuale dell’Azione Cattolica diocesana, che inizierà domani sera sabato 28 gennaio alle ore 18:15 a Puglianello (chiesa parrocchiale) provando a riscoprire il verbo “abitare”, vuole essere, come sempre, un invito alle scelte consapevoli e alla bellezza del vivere in fraternità, responsabilità e leggerezza, cioè senza prigioni e macigni sul cuore. Non superficialità, menefreghismo e indifferenza, ma un attraversare le cose con concretezza e essenzialità, senza lasciarsi appesantire da ancore e freni a mano, soprattutto nei periodi difficili del proprio percorso, senza mai togliere lo sguardo, nè senza mai spaventarsi (per quanto naturalmente non facile che questo sia), dalla realtà attuale che ci circonda, tra bellezze e amarezze, tra sogni e incertezze, tra venti guerra e spiragli di pace e di speranza. Il vivere ogni istante che c’è stato donato come un antidoto alla sfiducia, allo scoraggiamento, al disfattismo, alle tante situazioni terribili che vediamo e che, molte volte, si vive in prima persona nel proprio cammino. “Il costruire speranza, alla luce del Vangelo, il provarci sempre, nonostante gli ostacoli e le difficoltà – afferma il presidente diocesano di Azione Cattolica Giovanni Pio Marenna – significa non smettere di riconoscere la presenza del sole anche quando piove, non smettere di guardare la bellezza attorno e dentro di noi. Che poca di certo non è. Ma, qualora lo fosse, proprio da quella bisognerebbe partire e ripartire. Lavoro, ambiente, nonviolenza – prosegue Marenna – politica, disuguaglianze, migrazioni, dialogo e ascolto tra le generazioni. Vedere la realtà per quella che è, valutare qual è il contributo che, alla luce del Vangelo e della Dottrina Sociale, si può dare e agire, provando a mettere in pratica quello in cui si crede. Ma, in tutto questo, non si può mai non partire e non chiamare per nome e cognome gli scogli e le criticità presenti per provare a superarle e ad attraversarle. Gesù ce lo ricorda, ancora una volta, proprio nel Vangelo di quest’anno associativo di non smettere di essere fiduciosi, anche di fronte a situazioni complicate e disperate, provando a togliere tutto ciò che di superfluo e inutile ci appesantisce e avvelena, per raccontare a tutti la novità e la bellezza di una vita vissuta alla sequela del Signore”. Sarà ospite di questo primo incontro il prof. Roberto Alessandrini, docente di Antropologia e Ermeneutica pedagogica presso l’Istituto “Progetto Uomo”, sede aggregata dell’Università Pontificia Salesiana di Roma.