Il 67% della popolazione mondiale vive in Paesi in cui è negato il diritto alla libertà religiosa. “Come permettiamo, in questa società tanto civilizzata, che ci siano persone che vengono perseguitate semplicemente perché professano pubblicamente la propria fede?”. Se lasciamo che ciò che ci rende diversi ci separi, perdiamo di vista un elemento fondamentale: “Come esseri umani, abbiamo tante cose in comune da poter convivere, accogliendo le differenze con la gioia di essere fratelli”. Seguiamo il consiglio del Papa nella sua intenzione di preghiera di gennaio: “Scegliamo il cammino della fraternità”.
Come può essere che attualmente molte minoranze religiose subiscano discriminazioni o persecuzioni?
Come permettiamo, in questa società tanto civilizzata, che ci siano persone che vengono perseguitate semplicemente perché professano pubblicamente la propria fede? Non è soltanto inaccettabile: è disumano, è una follia.
La libertà religiosa non si limita alla libertà di culto, ovvero al fatto che si possa avere un culto nel giorno prescritto dai propri libri sacri, ma ci fa valorizzare l’altro nella sua differenza e riconoscere in lui un vero fratello.
Come esseri umani, abbiamo tante cose in comune da poter convivere, accogliendo le differenze con la gioia di essere fratelli.
E una piccola differenza, o una differenza sostanziale com’è quella religiosa, non offuschi la grande unità dell’essere fratelli.
Scegliamo il cammino della fraternità. Perché o siamo fratelli o perdiamo tutti.
Preghiamo perché tutte le persone che subiscono discriminazione e persecuzione religiosa trovino nelle società in cui vivono il riconoscimento e la dignità che nasce dall’essere fratelli e sorelle.
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